L’aranceto

L’aranceto / Larry Tremblay – Beisler, 2022

Ahmed e Aziz sono gemelli, la cui esistenza è segnata da una connessione profonda e al contempo da differenze significative: Ahmed è tormentato da voci nella sua testa, una condizione che lo isola e lo rende vulnerabile, mentre Aziz è afflitto da una grave malattia che lo rende fragile fisicamente. La loro famiglia, composta dai genitori Zahled e Tamara, vive in una modesta abitazione nel deserto, vicino alla casa dei nonni.
L’aranceto che Zhaled coltiva con dedizione diventa un simbolo di speranza, un’oasi di vita in mezzo alla desolazione, in un Paese dove non c’è pace. La guerra irrompe violentemente nelle loro vite, quando le bombe riducono in macerie la casa dei nonni, uccidendoli.
In occasione del funerale dei nonni si presenta a casa Soulayed, capo militare locale, che riesce a insinuare in Zhaled un desiderio ardente di vendetta contro il nemico nascosto sulle montagne, da dove sono partite le bombe assassine.
La proposta di Soulayed è agghiacciante: uno dei figli di Zhaled e Tamara dovrà sacrificarsi, farsi esplodere dall’altra parte della montagna per vendicare i nonni e infliggere dolore al nemico. Zhaled si trova così difronte a un dilemma insostenibile: quale de suoi due figli mandare incontro alla morte? La decisione lo consuma diviso tra l’amore dei suoi figli e il desiderio di vendetta. Tamara, invece, rappresenta la voce della ragione e dell’amore materno. Lotta disperatamente per salvare entrambi i suoi figli, convinta che nessuna vendetta possa giustificare la perdita di un figlio.

La storia di Ahmed e Aziz è una potente metafora della crudeltà della guerra, che distrugge vite innocenti e spinge le persone a compiere atti impensabili in nome del dolore e della rabbia.

“nel nostro paese gli uomini invecchiano più in fretta delle mogli. Si seccano come foglie di tabacco. È l’odio a tenere insieme le loro ossa. Senza odio, crollerebbero nella polvere per non alzarsi più”

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